Rino Giardiello
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Questo progetto fotografico non vuole illustrare l’Odissea tramite fotografie né riproporre con esattezza i luoghi, i fatti ed i personaggi del poema Omerico. Non è, né vuole essere, una rappresentazione fedele dei luoghi, dei costumi, delle acconciature e dei gioielli.
Qual è allora lo scopo di questo progetto?
Gli dèi greci erano simili a noi, pregi e difetti umani spesso portati all’estremo: erano un concentrato di umanità, passioni, gelosie, vendette, coalizioni, sesso e amore.
Mi piace immaginare Circe come una bella donna in cerca di amore, ma che non sapesse come ottenerlo se non grazie ai suoi sortilegi. Circe non sa chiedere e non sa dare: pretende e basta. C’è la magia che ad aiutarla, ma è una donna sola e triste in una piccola isola spersa in mezzo al mare. Questa è la mia interpretazione di fantasia di una storia a sua volta di fantasia: Circe si innamora di un uomo diverso dagli altri ed a nulla servono i suoi incantesimi per farlo restare. Quando Ulisse se ne andrà, Circe resterà con il cuore spezzato come una qualsiasi donna umana. Questa è la storia che ho voluto raccontare con le mie foto ed i miei versi che non hanno nulla in comune con quelli di Omero. Siamo in Abruzzo, ma potremmo essere ovunque, tra mitologia e sentimenti senza tempo, vecchie mura, leggende, sortilegi, solitudine e amore.
Articolo completo su Nadir Magazine.